La Pasqua è una delle festività che annovera il maggior numero e varietà di dolci tipici. Questi dolci erano generalmente ricchi di uova perché durante la Quaresima, soprattutto in passato, si osservava un regime alimentare molto moderato che prevedeva abitualmente l’esclusione di carne, uova e formaggi.

Alla fine di questo periodo di privazioni che durava quaranta giorni si festeggiava la resurrezione con pietanze particolarmente ricche e dolci evocativi e golosi con cui coccolare la famiglia. Così, tra le molte tradizioni siciliane, una delle più antiche e radicate è quella che ogni anno si ripete a Castelbuono, in provincia di Palermo, dove la mattina di Pasqua è usanza fare colazione con i cosi i Pasqua, le cose di Pasqua, dei biscotti molto grandi, semplici, insaporiti con la cannella, ma ricchi di sapore, che ricordano i savoiardi.

Una delle caratteristiche principali di questi dolci è la modellazione manuale della pasta a forma di cavallini per i bambini e pupette per le bambine, mentre per gli adulti della famiglia venivano realizzati dei cuori o delle colombe.

Dopo la cottura i biscotti vengono decorati con ghiaccia reale, detta velata, zuccherini colorati, chiamati diavulicchi, confetti e i cannittigli, cannellini di zucchero con dentro i pezzetti di cannella.

Le radici dei cosi i Pasqua sono così antiche che la preparazione tradizionale prevede l’impiego di una pentola di terracotta e di una canna tagliata longitudinalmente da usare come frusta per montare zucchero, uova e farina a mano.

Il nome è tipico di Castelbuono dove lo stesso schema linguistico è seguito anche per altre leccornie e allora i dolci in generale vengono chiamati i cosi duci, i buccellati sono detti i cosi chini, mentre i cosi i mennula sono i dolci a base di mandorla.

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